Archivi di attività
Chi non conosca a fondo la realtà biellese potrebbe ritenere paradossale che,
dato un territorio di riferimento ad alta vocazione artigianale ed industriale, presso l'Archivio di Stato di Biella
non esista un nucleo portante di archivi provenienti da attività professionali o d'impresa.
Questa assenza se da un lato può essere dovuta alla difficoltà da parte di un Istituto che pur
avendo vocazione prettamente culturale veniva, specie nel passato, comunque identificato con un "ufficio dello Stato",
a comunicare con il mondo dell'imprenditoria locale, dall'altro, e in modo preminente, è però
il risultato di una precisa scelta, maturata negli anni: quella di qualificare l'Archivio di Stato come punto
di riferimento per la conservazione archivistica complementare alle "case degli archivi" di cui il Biellese è
ricco, alcune delle quali orientate in modo specifico verso il mondo del lavoro.
I piccoli fondi conservati dall'Archivio di Stato ascrivibili in qualche modo al contesto economico-imprenditoriale sono
in parte carte concernenti l'attività amministrativo-contabile, provenienti dalle procedure fallimentari,
estrapolate, negli anni settanta del '900, dalla serie Fallimenti del Tribunale di Biella e consolidatesi col tempo
come nuclei a se stanti (Distilleria a vapore Achille Ramella di Chiavazza, Ditta Vannini e Toselli commercio tessuti in Biella,
Filatura Albino Barberis di Muzzano,Banca credito biellese di Biella e Banca biellese)e in parte frutto di donazioni avvenute dopo il 2000
che, grazie alla sensibilità dei detentori, hanno messo a disposizione un patrimonio altrimenti destinato alla
distruzione.
Questi ultimi sono archivi che, seppur di piccola consistenza e spesso lacunosi, per la loro specificità
risultano particolarmente interessanti quali testimonianze di attività "altre" rispetto al mondo industriale,
forse non emergenti, ma comunque vitali nel tessuto economico-sociale biellese.
Rivista Biellese, anno II, n. 4, ottobre 2007
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