La sede nel Piazzo di Biella
La prima sede fu in palazzo Dal Pozzo della Cisterna in Biella Piazzo.
Le origini del palazzo non sono documentate, ma diversi particolari fanno presumere una costruzione piuttosto antica.
Nel XV secolo l'edificio era a tre piani sovrapposti e si affacciava sul vicolo con, al pian terreno, un portico
del quale si vedono i cinque grandi archi in mattoni chiusi all'epoca dell'ampliamento rinascimentale.
All'interno, sono pure conservate due colonnine in laterizio. Su questo lato del palazzo si distinguono finestre
murate di cui restano frammenti della decorazione degli stipiti e della cornice inferiore.
Alcune sono terrecotte che riprendono i motivi a foglie e ghiande dei tre fregi orizzontali che corrono tra i piani,
altre semplici motivi creati dalla disposizione dei mattoni.
La parte di fabbricato che attualmente si apre su piazza Cisterna, fu voluta dai fratelli Carlo Antonio, Fabrizio,
Lodovico e Giacomo Dal Pozzo verso la fine del cinquecento, dopo che la piazzetta antistante era stata ingrandita
grazie alla demolizione delle case che la occupavano.
La facciata rinascimentale avrebbe così testimoniato la grandezza raggiunta da casa Dal Pozzo.
Ai lati dell'androne affrescato si trovano due sale pure affrescate, in una delle quali le raffigurazioni sono
visibili.
Al primo piano sono il grande salone con camino monumentale risalente al XVII secolo e una saletta attigua, ambedue
con soffitto ligneo a cassettoni al di sotto del quale scorre una fascia di affreschi rappresentanti soggetti
mitologici nella sala più piccola, e episodi di storia romana, nel salone.
Il cortile interno è porticato su due lati con archi sostenuti da colonne o semicolonne addossate a pilastri
che sostengono capitelli, pure in pietra, dalle forme diverse.
Nel corso dell'800 il palazzo mutò la propria destinazione d'uso; spogliato degli arredi a causa della
condanna inflitta a Emanuele Dal Pozzo, compromesso nei moti carbonari del 1821, divenne sede degli opifici Boglietti.
Acquisito dalla città, a fine secolo, fu adattato a caserma, poi a sede dell'Archivio notarile distrettuale e, infine,
fu utilizzato, fino al 1998, dalla sezione di Archivio di Stato.
Attualmente è stato acquistato dalla Regione Piemonte.
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