Repertorio di fonti documentali su Giuseppe Garibaldi
Carte concernenti Garibaldi, le truppe garibaldine e Biella
Il 18 maggio 1859 Giuseppe Garibaldi e 3.500 Cacciatori delle Alpi raggiunsero in treno Biella,
che pochi giorni prima era stata occupata dalle truppe austriache. Accolto come un liberatore, nelle sue memorie
il Generale ricordò: "l'accoglienza brillante e simpatica fatta dai Biellesi alla mia gente fu di buon augurio".
Dopo aver sistemato le truppe negli alloggiamenti messi a disposizione dalla città ed aver dislocato gli
avamposti a Candelo e a Vigliano, alle 5 del giorno seguente si recò in Vescovado, dove trovò ospitalità
presso monsignor Losana.
Passate in rassegna le truppe presso la Piazza d'Armi, volle rendere omaggio a Pietro Micca. Si recò dunque
a Sagliano e depose una corona d'alloro sulla lapide fatta apporre presso la casa natale dell'eroico minatore
dieci anni prima dal suo attendente Candido Augusto Vecchi.
Al suo rientro a Biella incontrò le autorità locali e, alla presenza del Vescovo e del
regio commissario Tecchio, si affacciò al balcone del Vescovado per salutare la folla.
In serata predispose due editti, fatti stampare il giorno seguente presso la tipografia Amosso. Nel primo proclama,
indirizzato ai Biellesi e agli Andornesi, Garibaldi manifestava la volontà di riunire "gli italiani dalla Patria
di Archimede a quella di Pietro Micca", mentre nel secondo, rivolto ai Lombardi, incitava la popolazione, affermando
che "l'Italia con i suoi figli unita e purgata dalla dominazione straniera, riprenderà il posto che la
Provvidenza le assegna tra le Nazioni".
Il giorno successivo, 20 maggio, adunate le truppe e salutate le autorità e il Vescovo, Garibaldi e i
Cacciatori delle Alpi partirono alla volta del Ticino, passando per Cossato, Gattinara e Borgomanero.
A Biella rimase attivo, fino al 28 maggio, un deposito per fornire alle truppe beni diversi, quali
"cappelli, panni, cappotti, pantaloni, scarpe, tele e stampati".
Negli anni successivi Biella fu ancora interessata dalle vicende dell'esercito garibaldino in smobilitazione.
Alla morte di Garibaldi (1882) l'Amministrazione comunale destinava 300 lire ad una pubblica sottoscrizione
per la realizzazione di un monumento all'Eroe. Decideva inoltre di dedicare a Garibaldi una via.
Con questo repertorio si intendono raccogliere le tracce documentali restituite dagli archivi su quegli eventi.
Bibliografia:
D. Presa, Garibaldini e Napolitani, in "Rivista Biellese", 2000, n. 3, pag. 35-43
T. Burat, Un solo biellese all'impresa dei mille, in "Rivista Biellese", 2000, n. 4, pag. 28-36
D. Presa, Biella 1859: venti di guerra, in "Rivista Biellese", 2003, n. 2, pag. 20-29
G. Valz Blin, La colonna scomparsa. Il monumento a Giuseppe Garibaldi ai giardini pubblici di Biella, in
"Studi e Ricerche sul Biellese", 1998, pag. 109-124
D. Presa, Garibaldi dalla camicia rossa biellese, in "Rivista Biellese", 2007, n. 2, pag. 42-58
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